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FASE DI RAFFREDDAMENTO



Eccoci di nuovo: con la consapevolezza che il pendolo oscilla tra i poli, che il riflettore che illumina il panorama dell'arte qualche volta si ferma perbpermetterci di vedere più chiaramente un certo scenario. L'informazione artistica che si squaderma sullo schermo della storia, tavolta si blocca, congelato in un certo modello...; bloccata per via della familiarità di questo modello, perché ci ricorda qualcosa che abbiamo gia visto, qualcosa che abbiamo quasi dimenticato mentre mentre leggavamo cio che ora è ricaduto in un viluppo dietro lo schermo... un viluppo dal quale niente puo essere recuperato come se stesso ma solo come simile...

Dopo aver guardato il Nuovo Espressionismo, la Nueve Wilde Malerei, la Nuova Figurazione, la Nuova Pittura Gestuale ecc., dopo aver esaminato un apparentemente "caldo", appassionato approccio all'oggette pittorico, e poi scultoreo, c'era solo da aspettarsi che un genere di arte "fredda" presto sarebbe stata bene accolta sul mercato, dalle riviste, nelle gallerie e nei misei. Doppo tutto, erano stati i Mangold e i Marden, i pittori Support/Surface e Analitici che, insiene ai Minimalisti (e a Walhol) avevano dominato le  Fiere dell'Arte degli anni '70, prima che l'arte "calda" degli anni '80 li avesse fatti apparire talmente esangi che i teorici potevano affermare in giro che non c'era proprio niente da vedere. Se gli artisti - in quello che siamo giunti a chiamare discorso Postmoderno - hanno trovato lo spazio per fare un passo indietro e riesaminare l'arte moderna del XX secolo, allora era solo questione di tempo perché si volgessero anche alle correnti più fredde dell'arte, cosi lasciate in disparte dell'equazione postmoderna. Allo stesso tempo, naturalmente, ancora una volta siamo testimoni di come, assieme a una generazione più giovane, alcuni artisti più anziani che non avevano mai smesso di seguire il loro procedimento "freddo", siano tornati nuovamente visibili... e sono stati immediatamente classificati con l'etichetta facilmente commerciabile come la generazione degli eccessi pittorici dlle Gallerie d'Arte dei primi anni '80.
Ma questa non è l'intera storia: intorno al 1980 non era  certo facile vedere una relazione tra la Nuova Nuova Pittura e, per esempio, l'espressionismo della Performance, o vedere la Nuova Pittura come un'oggetivazione e un'affermazione del lavoro manuale, della gestualità, delle citazioni spazio-temporali; ed era forse ancora più difficile vedere lo slancio della pittura su concetti come "qualita", "capolavoro" ecc. come un'estensione della posizione critica dell'Arte Cocettuale. Oggi, tuttavia, dovrebbe essere molto più facile vedere che non si tratta solamente di confrontare una rinnovata opposizione tra figurazione e astrazione, tra espressionismo e tendenze concettuali, tra  gestualità e costruttivismo, tra Bauch e Kopf, o anche tra decorazione e contenuto ideologico-culturale.
Questi principi dualistici, riuniti nella teoria del pendolo, non sono di grande utilità nell'interpretare la "fase di raffreddamento" del panorama artistico di cui siamo testimoni. Non importa quanto utili essi possano risultare come strategie di mercato di alcune ggallerie - i "loro" artisti, i "loro" critici;  il riffletore dei tardi anni '80 rivela, sul background concettuale di gran parte della Nuova Pittura dei primi anni '80, scene che includono il lavoro recente di un artista come Hubert Schmalix, che si misura con il problema figura/sfondo; oppure i dipinti in disfacimento di Therese Oulton - per citare solo due recenti mostre di Vienna - accanto al lavoro di Ernst Caramelle e di Franz Vana - due artisti molto seguiti che sono stati "invisibili" per un periodo di tempo; e il lavoro di artisti che navigano - non molto felicemente - sotto la vella "Nuova Geometria".

I muri di una galleria con sopra il quadrato (i quadrati) di un quadro (dei quadri) sono geometrici esattamente come i signi che scorrono i segni che scorrono sullo schermo di un computer... Il muro diventa uno schermo, i qhadri accuratamente disposti o gli geometrici sono una delle molte situazioni possibili: lo scorrimento dei segni fermato a un punto fra tanti... Lo stesso puo capitare all'interno di un dipinto: una di un numero finito di costellazioni sullo schermo di un computer viene trasportata sulla tela o in un blocco di cemento...
Problemi di scala - tra gli altri - vengono resi insignificanti da "forme distribuite": opere d'arte riprodotte nei libri, nei cataloghi, nei gionali, su nastri; immagini pubblicitarie, di riviste, di manifesti, di cinema, di televisione, di video-tapes ecc. Anche se il genere di bassa tecnologia deve essere, in Austria, dovuto all'insufficienza di investmenti per ogni tipo di arte legata alla tecnologia, la post-warholiana disponibilità dei media, un giocoso, effeivo maneggiare e combinare "nuovi" e "vecchi" materiali è molto oiù caratteristico del lavoro degli artisti più giovani che non lo sforzo per l'Assoluto, per l'Ogetto Sacro, per l'Altro in arte... E cosi è piuttosto ovvio che la più giovane generazione "geometrica" di artisti austriaci non è da mettere in relazione tanto con le diverse ondate di Arte Costruttivista o dell'Arte Ornamentale dello Jugenstil, quanto con gli approci concetuali di artisti come Caramelle, Vana e Kovanz, che negli anni '70 come gruppo, con differenti mezzi, in serie, con multipli, e il cui lavoro sta ora salendo in superficie separamente, in forma di segmenti di un discorso che procede su arte / vita o arte - su - arte; altre influenze vennero da Robert Adrian, che in una di sculture ironiche e di installazioni fa riferimento che fare con la trasposizione di materiale dalla fotografia agli oggetti tridimensionali, e viceversa, e - in un altro settore del suo lavoro - con l'arte nello spazio elettronico, proprio come Peter Weibel, che come maestro teorico influenzo in maniera molto considerevole i giovaniaustriaci...
Pur stando molto attenti alle generalizzazioni, si potrebbe concludere che la nuova generazione degli artisti geometrici austriaci è fatta da pragmatisti molto professionali, che sono consapevoli del loro ruolo specializzato all'interno di un'imensa cultura, con cui si mettono formente in relazione più che con i concetti "spirituali / utopistici" insiti nell'Arte di Alta Tradizione. In un modo veramente non dogmatico essi toccano l'equazione Arte / Vita, per esempio, degli artisti di Fluxus o dello Femministe... Si muovono all'interno e all'interno e all'esterno della struttura della galleria... Razionalisti non sono proprio: il "raffreddamento" della presente situazione si applica molto di più alle loro attitudini come artisti che al  loro poetico, ironico, spesso penetrante lavoro...




Heidi Grundmann





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